Strategie

Dai un pesce a un uomo e lo nutrirai per un giorno. Insegnagli a pescare e lo nutrirai per tutta la vita” (proverbio cinese)


L’intenzione alla base di questo scritto è quello che sta al centro del proverbio sopra riportato: è ambizioso, questo si. Ma ci provo.
L’argomento riguarda ancora la ricerca del lavoro. In realtà questo brano nasce più per esigenze prettamente egoistiche, in quanto vorrebbe essere una traccia scritta e stampabile da parte di tutti quelle donne e uomini che sto seguendo in questi mesi nella ricerca di un incarico.
Permettetemi un’ultima precisazione: non scrivo e non redigo il blog per poter trarre un interesse economico. Questo mi viene dato dagli ingaggi con i miei committenti. Né per procacciarmi pazienti (odio questa parola, e cerco di farne uso il meno possibile. A partire dal modo di esprimermi). La pubblicità del mio operato la faccio soprattutto attraverso Linkedin: il social network del mondo del lavoro. Oltre che, ovviamente, direttamente, da parte di chi mi conosce di persona.


Premessa conclusa, passiamo alla parte operativa.
Il fulcro del nostro impegno e del dispendio di energie parte dall’esigenza di trovare un lavoro, un incarico, una mansione, che ci permetta da una parte di avere un ritorno economico dalle nostre azioni e dall’altro di poter riacquistare la nostra identità come persona. Infatti per chi è disoccupato il sentirsi defraudati della nostro posto nel mondo è opinione assai frequente. 
Non a caso, un modo per poter mettere all’angolo un uomo e torturarlo sta proprio nel fargli perdere lavoro e ruolo sociale. Non mi dilungo oltre in merito.

Vorrei che fosse chiaro che chi sta a casa perché senza un contratto è normale sentirsi giù di morale ed in preda ad una forma transitoria di alterazione del tono dell’umore. Ansia, comportamenti socialmente discutibili, e via dicendo.
Comprendo in questa forma mentis – transitoria, perché una volta che facciamo un colloquio di lavoro, firmiamo per un incarico e re-iniziamo a lavorare, essa viene a modificarsi – anche la difficoltà tangibile di mettersi a tavolino e ragionare in modo logico e produttivo per poter uscire da quella (permettetemi il termine) fogna.

Ecco perché dico sempre ai miei beneficiari di iniziare la ricerca del lavoro a piccole dosi, in modo leggero all’inizio, ma costante. Perché se mi butto a capofitto 8 ore al giorno inviando curriculum ovunque e a chiunque produco due effetti negativi: il primo è che molto probabilmente non arriverò a niente, anche se siamo convinti che “più domande di lavoro faccio più probabilità ho di riprendere a lavorare”. No, non è vero. Se sbaglio nella strategia del modo di candidarmi sarà come sparare a casaccio. 
Il secondo effetto negativo, conseguente al primo, è dovuto proprio dal fatto di amplificare quel mio stato d’animo di partenza. Se sono giù di morale e trovo la forza per tornare a fare la ricerca di un lavoro, e non noto risultati, tornerò nuovamente a stare male. 

Dimenticavo: quando non si è in forze, la concezione del tempo è distorta. Se invio dieci domande il lunedì, il martedì mattina – aprendo la mail e non vedendo nulla di nuovo – torneranno i pensieri nefasti. “Nessuno mi vuole, passerò la mia vita a campare di stenti…” Piano: sono passate meno di 24 ore. Date tempo materiale ai vostri destinatari di leggere e ragionare sulle vostre proposte.

Quindi: cercate di dedicare un’ora al massimo al giorno per questo tipo di attività. Ma cercate di farlo in modo costante. E possibilmente in modo progressivo. In quell’ora lasciate perdere i sensi di colpa. Non è in quel momento che val la pena pensarci: sprecate energia, che in questi momenti averne a disposizione è come disporre di oro colato. Siate egoisti.

Come, però? Il paragone con la guerra ci può tornare utile. Siete i generali di voi stessi. La vostra testa è il comando centrale, le vostre mani e le vostre gambe le vostre armi per arrivare all’obiettivo. Il vostro compito è quello di arrivare ad ottenere un lavoro. In guerra, il vostro incarico quello di conquistare uno stato per poter disporre di risorse utili alla vostra economia (petrolio, pietre preziose, oro…)

Uno stato maggiore dell’esercito per arrivare a fare questo per prima cosa s’informa. S’informa sulle forze che ha a disposizione e come può fare materialmente per poter raggiungere il centro nevralgico dello stato che intende raggiungere
In un secondo momento deciderà che paese occupare. Dopo di che passerà all’azione. Il gioco degli scacchi è un’ottima palestra. Ma – parlo a titolo personale – a volte è un pochino noioso…

Cercate di farlo anche voi: in primis informatevi sulle vostre capacità, fate il punto della situazione sui lavori che avete fatto, che cos’avete tra le mani, per poter arrivare ad avere un lavoro. Quale lavoro lo deciderete dopo. Intanto prendete consapevolezza. Credo sia chiaro a tutti a cosa serva il curriculum vitae (europeo, non europeo, ecc.): mettere nero su bianco le nostre aspirazioni, i nostri lavori, le nostre capacità e abilità. E se siete giovani, appena usciti dalla scuola? Metteteci i vostri interessi. Se non li avete ancora, trovateli. A 20 anni avete il mondo in mano. Quando mai vi capiterà più di avere un’occasione simile? Potete fare e diventare di tutto. Anche cambiare nazione.

Una volta chiarito bene chi siete e di cosa potete disporre, siete nella fase del guardarvi attorno e stabilire dove orientare i vostri sforzi.
In guerra, una volta che so quante risorse militari ho, inizio a ragionare dove poter attaccare. Ma per far questo devo aver chiaro DOVE farlo e quali sono le vie per poter arrivare a neutralizzare le difese del nemico e giungere al palazzo del potere. Solo allora pianifico il mio intervento, cercando di arrivare all’obiettivo con il minor numero di perdite e nel modo più veloce possibile, onde evitare così il logoramento, che porterebbe alla distruzione quasi totale del mio esercito. In Veneto lo sappiamo bene, visto che portiamo ancora i segni visibili della Prima guerra mondiale sulle nostre terre.

Tornando a noi, dovremo chiarire dove poter proporci: aziende private, agenzie per il lavoro, agenzie di ricerca e selezione del personale, cooperative sociali…
Attenzione però! Un buon condottiero sa adattarsi ai tempi che corrono: duemila anni fa le guerre si conducevano con spade e frecce. Ora gran parte del lavoro viene fatto con l’intelligence e con armi molto dannatamente letali e raffinate.

Quindi se trent’anni fa bastava portare un pezzo di carta manoscritto elencante i vostri dati nelle aziende locate nella zona industriale del vostro paese, ora – ahimè! – non è più così. Come si fa allora? Domandate. Informatevi. Reperite informazioni. Su internet si trova di tutto. Chiedete, se non siete aggiornati. Non importa a chi, mirate al risultato. 

Createvi una lista delle agenzie per il lavoro vicino a dove risiedete, e così fate pure per le agenzie di ricerca e selezione del personale, come pure le cooperative. Google vi sarà accanto, non dovrete faticare più di tanto. 
Iscrivetevi ai loro siti: è noioso, terribilmente noioso. Ogni agenzia ha il suo sito, con le sue modalità d’iscrizione. Se abitate in una grande città le filiali principali delle agenzie per il lavoro (chiamate “Hub”) possono anche essere più di 20.

Dedicate tempo all’iscrizione quel tanto necessario, senza stancarvi troppo (altrimenti correte il rischio di perdere fiducia in esse). Tre iscrizioni in altrettanti siti al giorno sono sufficienti. E ogni sei mesi – se siete ancora a casa – tornateci per aggiornare la vostra posizione, se nel mentre avete fatto qualcosa di temporaneo.

Parentesi: agenzie per il lavoro e agenzie per la ricerca e selezione del personale NON funzionano allo stesso modo. Le prime, di solito, sono multinazionali e potete trovare sportelli e filiali sparsi in tutto il territorio nazionale. E quelle più grandi anche all’estero. 
Le agenzie di ricerca e selezione del personale funzionano diversamente, in quanto fanno solo ricerca e selezione (a differenza delle agenzie per il lavoro dove la normativa italiana richiede criteri di qualificazione molto più complessi). Altro discorso riguardano le cooperative sociali: qualora vi assumessero sappiate che non sareste lavoratori somministrati, ma soci lavoratori. Altra retribuzione dovuta ad altri contratti.



Ed infine createvi anche una lista di aziende dove intendete candidarvi: nero su bianco, anche qui. Google e pagine gialle come intelligence fanno miracoli: usate questi siti. Se presente un collegamento internet dell’azienda/fabbrica, andate a guardarlo e fatevi un’idea. Spesso c’è la sezione “lavora con noi”, dove qualche realtà produttiva pubblica le posizioni ricercate. In questo modo evitate di passare per un intermediario (agenzia per il lavoro, ricerca e selezione del personale, cooperativa) e approcciate in modo diretto.

Sempre meglio se prima di inviare facciate un colpo di telefono, così da evitare di mandare a vuoto un invio (sperato e faticato!) di un vostro curriculum. La telefonata vi serve anche a capire se innanzitutto cercano lavoratori e come preferiscono venga inviato il cv. (Alcune aziende prediligono la parte formale, come si usava una volta. Cioè a mano)

Ora dovreste esserci. Il passo successivo è passare all’azione:
avete il curriculum “fresco di stampa”, le idee un pochino più chiare, qualche elenco di aziende da contattare. Guardate cosa offrono le agenzie per il lavoro, le cooperative, chi si occupa di ricerca e selezione, e candidatevi. I passaggi della ricerca del lavoro si concludono qua.



Prima di lasciarvi davvero ad iniziare la vostra personale e fruttuosa ricerca, vorrei permetter di fare alcune precisazioni:
1- imparate col tempo a fare esperienza sugli annunci “civetta” o a fantomatici annunci dove vi promettono lavori da sogno con retribuzioni da top manager “in pochi semplici clic del mouse”. In tanti anni che faccio questo mestiere non ho mai visto lavori dove in un battibaleno si inizia una carriera e a far lievitare il conto in banca in maniera magica. Si, non escludo che ci siano. Ma siamo nel campo dell’illegalità, e difficilmente chi si occupa di mansioni simili versa all’INPS i contributi previdenziali…

2- Imparate a leggere gli annunci di lavoro, specie sui vari siti di ricerca lavoro. Gran parte di essi sono collegamenti che rimandano ad annunci di agenzie per il lavoro. Tanti siti internet fanno la loro fortuna non per i contenuti in essa pubblicati, ma dal numero di clic che riescono a calamitare. Non preoccupatevi, con un po’ di pratica diventerete esperti nel riconoscerli.

3- Progetti finanziati dal Fondo sociale europeo: sono interventi istituzionali per ridurre la disoccupazione. Vengono coinvolte diverse realtà, tra cui agenzie per il lavoro, centri per l’impiego, organismi di formazione accreditati. Garanzia Giovani (e l’ultima nata, Garanzia Adulti) sono gli interventi più famosi. Sta a voi decidere se aderire: potreste essere contattati dai Centri per l’impiego o farlo di vostra spontanea iniziativa (sempre che rientriate nei parametri di selezione richiesti). Riconoscibili in quanto questi progetti sono fatti – grossomodo – con la stessa forma: una fase di tot ore dedicata alla formazione, una seconda fase di due-tre mesi di media di tirocinio (che può esser retribuito o no) e un’ultima ed eventuale fase di ricerca del lavoro o counselling. Non è detto che dove andrete a fare tirocinio vi assumano: in questo periodo godono di sgravi contributivi, ma finito questo gli incentivi terminano. E terminerà molto probabilmente la vostra esperienza.

4- Errori di valutazione. Ne ho già parlato nel post del 20 settembre 2016. Il lavoro non vi cadrà mai dall’alto. Candidarvi per qualsiasi posto di certo poi non vi mette in buona luce. Il selezionatore deve vedere in voi quel qualcosa che gli altri non hanno: competenze, capacità ed abilità sta a voi elencarle e mostrarle all’altro. E se siete intimamente pessimisti, questo modo d’essere trasparirà nel comportamento. Comunichiamo solo col 7% in forma verbale. Il rimanente 93% è dato dagli aspetti paraverbali e non verbali (per dettagli, anche in questo caso, ne ho parlato ampliamente nel post del 21 marzo 2013).

5- Prendete le distanze da chi offre voi panacee miracolose scovalavoro e si propone come detentore di chissà quali magiche tecniche che vi trasformeranno in leader in lavori da sogno. 
Ricordatevi che siete in un momento dove le vostre energie sono ai minimi storici, e spenderle in meeting con personaggi discutibili o acquistare i loro rimedi sotto forma di libri o eBook (a pagamento. A basso prezzo, ma spesso a pagamento. Se sono gratuiti spesso si tratta di brevi pubbicazioni, che inviano ad altri prodotti. Acquistabili sborsando pochi euro) non è una strategia molto efficacie, anzi. Ne potreste uscire un pochino euforizzati dopo averli incontrati o letti, ma vi accorgereste solo dopo dell’aria fritta che vi hanno venduto. E che magari quel tempo perso potevate impiegarlo contattando delle aziende
Anche se certi figuri sembrano non vendervi nulla, sappiate che nessuno fa nulla per niente, e un interesse lo dovranno avere per forza di cose. Magari a fine incontro vi chiederanno innocentemente di aderire a qualche mailing-list, o di passare a trovarli nel loro studio o ufficio. E da quel momento tutto vi sarà più chiaro.

Concludendo: avete già dedicato tempo sufficiente alla lettura se siete arrivati a leggere queste ultime righe. Tempo quindi di mettere in pratica, ma seguendo i vostri tempi ed i vostri ritmi.

Beninteso: nei periodi di profonda recessione economica, come quelli odierni, cercare e trovare lavoro E’ difficile. La ricerca del lavoro è un gran dispendio di energia psichica e di sofferenza, in quanto i risultati dei nostri sforzi non li vediamo nell’immediato. I segni di ripresa, cioè aziende che (ri)tornano ad assumere, ne vedo sempre di più. Lenta, ma c’è. E così dovremo fare anche noi. Continuare e perseverare nel proporci, sponsorizzarci, promuoverci e restare attivi.

Prima o poi l’amore arriva”. In questo caso la frase è di Stefano Benni, uno dei più prolifici e bravi scrittori dei nostri tempi.

Parafrasatela a modo vostro.


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